Sii affamato, sii folle



La nostra Società è povera. Non è una questione economica o almeno non solo, è povera di grandi sogni capaci di infiammare i cuori e che mettano sale nella vita delle persone. La crisi economica poteva essere una valido scossone per cambiare punti di vista e rivedere il nostro stile di vita nonché i nostri ideali verso una visione più semplice e vera. Non vedo questo cambiamento. Vedo che la Paura tiene bloccate le persone, incapaci di andare oltre la routine e uscire dal terreno noto. Tutto questo è ben chiaro a chi governa e che usa i mass media come mezzo di controllo e non come strumento per divulgare cultura e sapere. Persone capaci di andare oltre, oltre la massa, oltre lo statico pensiero collettivo, persone come Steve Jobs, Yvon Chouinard solo per citarne alcuni sono una rarità.
Rileggo spesso le parole di Steve Jobs quale monito ispiratore:
"L'unico modo di fare un ottimo lavoro è amare quello che fai. Se non hai ancora trovato ciò che fa per te, continua a cercare, non fermarti, come capita per le faccende di cuore, saprai di averlo trovato non appena ce l'avrai davanti. E, come le grandi storie d'amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continua a cercare finché non lo troverai. Non accontentarti. Sii affamato. Sii folle."
Grazie per l'esempio che sei stato.
Andrea

Commenti

  1. Let's my people go surfing ... over all!

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  2. Riporto con grande piacere il contributo di un'amica che ha desiderato rimanere anonima.

    Oggi su internet, sui social network, l’insegnamento di Steve Jobs impazza fino quasi allo sfinimento. E proprio per non farmi sfinire, per non farlo svilire, lo prendo in pillole. Perché qualsiasi cosa urlata e ripetuta finisce nella banalità del “già lo so”. E qualcuno cede anche nella tentazione di sminuire la commozione per questa perdita puntando il dito su quante morti più umili e senza fama cadano nel dimenticatoio. Ma oggi fermiamoci un attimo, piangiamo Steve Jobs, riascoltiamolo. Perché quando siamo commossi, quando siamo più vulnerabili, i nostri sensi sono acuiti, la nostra fragilità è maggiormente impressionante. E noi domani, pur senza di lui, saremo più ricchi. E domani penseremo alle ingiustizie con uno sguardo più maturo, colmo. Ma soprattutto mi va di smentirti perché ieri, poche ore prima della morte di Steve Jobs, ho assistito a un miracolo italiano che ben poco ha a che vedere col nostro premier e con le nostre miserie (non solo economiche ma soprattutto etiche). Un miracolo spontaneo, così umile da non accorgersi di quanto possa essere invece rivoluzionario. Ieri sera ero a cena a Santa Maria di Castellabate (già, proprio il paesino del film), e su una piazzola del lungomare si stava svolgendo una festicciola. Non era una sagra, eppure c’era pesce fritto, pasta, un grande contenitore con le bibite al fresco, un karaoke improvvisato e un filo con delle lampadine appese. Non era una festa paesana, perché era pieno di ragazzi stranieri. Io sono arrivata quando su dei tavoli di plastica di colori e forme differenti sono state depositate delle torte provenienti dalle diverse abitazioni. Chiunque veniva invitato a quella festa, e le foto si sprecavano. La maggior parte della gente a cui chiedevo (per timore chiedevo solo agli italiani/cilentani) non sapeva che festa fosse, ma lo avevano invitato a unirsi e lo faceva. Prima di andarmene ho sentito di doverlo chiedere ancora a una persona, e ho scelto una signora che aveva l’aria di saperne di più. Mi ha spiegato che quei ragazzi che ballavano e facevano foto erano ragazzi norvegesi in vacanza. Due di loro (me li ha indicati che ballavano) erano scampati il luglio scorso alla strage di Oslo. E il rione aveva organizzato quella festa per loro. Ascoltavo quella signora mentre vedevo le matrone locali insegnar loro i passi della tarantella, e l’ultima sua frase è stata “cuore allegro Dio lo aiuti”. E mi sono sentita orgogliosa di quest’angolo d’Italia dove ci si ferma ancora a festeggiare la vita come dono, nella semplicità di un tavolo appoggiato al lungomare e un filo con tante lampadine ad illuminare la festa. Io conosco questo cuore capace di slanci da “libro Cuore”. E tutto questo non è un film, e di questo non si parla oggi si facebook. Ma c’è anche del buono in questa società. E da questo, anche, dobbiamo prender spunto. E urlarlo al mondo, per cambiarlo. Nel nostro piccolo, noi oggi siamo più ricchi, grandi, pronti a cambiare ancora. Grazie, Steve. Grazie, Santa Maria di Castellabate. I’m hungry, now. I’m foolish.

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