Col senno di poi ...
Visto da Nord il Caregon è davvero grande e grande è il senso di rispetto che tutti, alpinisti, scialpinisti, amanti del trekking provano nei suoi confronti. Eppure ormai qualcosa è cambiato: la sua forza, la sua sovranità sono stata indelebilmente segnate dall'enorme crollo che Mercoledì ha segnato le sorti di un'intera comunità.
Aldo e Alberto, i due soccorritori che hanno regalato la loro vita ad un ideale lasciano un testimone fondamentale: sapevano benissimo che il loro entusiasmo, il loro amore per la montagna era potenzialmente pericoloso, come lo sanno tutti i membri del soccorso alpino, ma, se qualcuno ha bisogno, anche le più razionali considerazioni perdono ogni valore; vanno e basta.
A volte è un e basta senza possibilità di replica, eppure, dovesse riaccadere, i loro compagni sono già pronti a rifarlo ... perchè? Perchè bisogna farlo, perchè qualcuno deve farlo, perchè non farlo non è neppure pensabile per un uomo montagna!
E a noi cosa resta? La consapevolezza che queste cosa accadono, che ci sarà sempre qualcuno pronto a partire e che magari, una volta, quelli da raggiungere saremo noi! E allora? Allora non diamo per scontato il tutto: non lasciano le loro famiglie per raggiungerci costretti dalla legge, se non forse dalla loro legge interiore, molto più antica e forte di qualsiasi legge dello stato. Aiutarli ad essere sempre più preparati, consapevoli, sicuri, capaci di salvare, ma, prima di tutto di salvarsi non è un nostro dovere, non sta scritto da nessuna parte, ma è un'opportunità che ci viene offerta per sentirci meno indifferenti!
Dolomiti Emergency utilizza i fondi provenienti dagli associati (a cui viene garantita un'assicurazione specifica) per migliorare le condizioni operative dei soccorritori (stage, aggiornamenti, specializzazioni, ecc.)
In autunno, qui in sede incontreremo il suo presidente, una persona semplice, diretta, leale perchè è giusto che certe cose si sappiano!
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