ARTVA: quando smarcarsi è d'obbligo!

La guida alpina (ed il suo fratello minore, l'aspirante), sono personaggi spesso mal visti dalla gente che va per monti ... fanno per soldi ciò che gli altri fanno per passione! 
A me viene spontanea una domanda: siamo sicuri che una guida sia una persona priva di passione, o forse ha una passione così grande da volerla vivere fino in fondo, anche a patto di sacrifici davvero importanti? Chi ha mai visto una guida diventare ricca grazie al proprio lavoro? Di guide un po' ne conosco e a me, di personaggi diventati ricchi con questo lavoro, davvero non me ne vengono in mente!

Ma ancor prima mi viene in mente una domanda ben più importante:  

"Te gò mai domandà gnente?"
 
Allora quando stiamo fuori giorni interi a provare come funzionano le diverse marche di artva, quando sacrifichiamo ore di meraviglioso sole e neve, o fredde giornate di vento e neve per far provare e riprovare le tecniche di ricerca invece di portare i nostri CLIENTI a pennellare curve (ove certamente si divertirebbero di più) ... fateci un grosso favore: NON ROMPETECI LE PALLE!
 

Continuate ad indossare i vostri tanto amati artva analogici perchè tanto più di uno in valanga non ci si finisce mai (peccato che le statistiche parlino chiaro: il 50% dei seppellimenti è multiplo), continuate a sciare con i fantastici laccetti, continuate, ma almeno lasciateci in pace ... sarebbe un bellissimo regalo per il prossimo Natale!

A volte smarcarsi non è un piacere, bensì un obbligo ... specie quando ci smarchiamo dalla responsabilità di non poter soccorrere un compagno in valanga!
Usiamo l'artva responsabilmente: digitale, con funzione di marcatura, batterie cariche e coadiuvato da una vera pala e da una sonda sufficientemente lunga, ma, soprattutto, con le idee ben chiare su cosa e come debbo comportarmi! 

 Valerio

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