Ma cosa mi sta succedendo? Riflessioni di un fiume!


Da diverse migliaia di anni le mie acque scorrono docili e tranquille e, proprio grazie a questo “non avere fretta”, ho potuto osservare ciò che ci è accaduto.

Quando l'uomo prese coscienza delle sue potenzialità iniziò una fase davvero felice che permise a noi, acque risorgive ed a lui, uomo consapevole, di vivere in meravigliosa armonia, in un clima di assoluto rispetto ed aiuto reciproco.

Quando le condizioni lo imposero, noi acque NON ci ribellammo alle rive cementate, alle alzaie completamente spoglie, fondamentali per il quotidiano lavoro delle reste (termine con cui localmente si intendono le funi con cui buoi, cavalli e talvolta uomini, trainavano da riva le barche); ma restammo quiete, solidali, per un unico motivo: rispettammo le fatiche dell'uomo mosse dalla sua necessità di pura sopravvivenza.

Vi fu poi un momento, molto vicino ai giorni nostri, in cui cominciammo a capire che le cose stavano cambiando; io, Sile, per secoli motore della vita di questi luoghi, fonte e ragione di sostentamento, caddi all'improvviso in un totale oblio, fosse stato possibile, sarei stato per fino eliminato, inutile intralcio alla vita quotidiana.
In questa fase acque, uccelli, alberi, fiori, pesci ed arbusti trovarono però forza e ragione per tornare a far rivivere la mia meravigliosa via d'acqua nelle sue forme più naturali.
Sembrava fatta, finalmente io, fiume, in quanto ecosistema, potevo tornare tranquillamente al mio splendore!

Mai dormire sugli allori!
Venne infatti il tempo di parole quali riqualificazione, valorizzazione, rinaturalizzazione, sostenibilità, compatibilità, equità (non a caso nasce anche Equitalia!) ed in nome di tutti questi bei paroloni uomini, fino ad allora profondamente intenti nei loro più egoistici affari, furono presi dal fuoco sacro del bene comune e si misero con solerzia ad occuparsi di me e delle mie acque.

Passerelle simili a velodromi, porticcioli capaci di trattenere molta più erba e sporcizia che barche, efficaci impianti di depurazione delle acque (ah no! scusate quelli non gli hanno ancora fatti!), regolamentazioni serie e credibili della navigazione a motore (usti, scusate, non ci sono neppure quelle!), favori ai più potenti dirimpettai delle mie sponde perché potessero usarle a loro piacimento (questo invece certamente è stato fatto!), percorsi turistici faraonicamente inutili e costosi, progettazione di alberghi a 18 stelle per una fruizione sostenibile, pavimentazioni di enormi superfici con ovvii sistemi drenanti conseguenti che regalano, alla prima pioggia, immense quantità d'acqua al mio piccolo alveo (poi se esondo è colpa mia!) … questo è solo un piccolo elenco di cosa mi è stato fatto, mi stanno facendo e probabilmente mi faranno in nome di sostenibilità, valorizzazione, compatibilità che in realtà si traducono in assoluta dedizione ai propri interessi personali da perseguire con totale ignoranza così come vuole la tanta cara tradizione veneta!

Vi prego, al più presto, dimenticatemi di me, tornate a considerarmi come elemento estraneo da emarginare, forse solo così potrò giungere ai vostri figli con un aspetto dignitoso.

Viva la fatica, quella fisica, viva la passione, quella che cresce con lo studio, la dedizione, l'applicazione, viva il rispetto, base fondamentale della condivisione.
Abbasso la valorizzazione, la riqualificazione, la rinaturalizzazione, l'ignoranza dei saccenti da osteria che occupano le stanze dei bottoni e dei tecnici senza scrupoli che gli sostengono!

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